Krems/Donau, 1972
19 febbraio - 9 aprile 2022
Opening: 19 febbraio, ore 12.00
In occasione della sua prima personale alla Galleria Michela Rizzo, l’artista austriaco Michael Höpfner presenta una serie inedita di disegni, installazioni e collage fotografici risultanti dalle camminate intraprese in questi ultimi anni.
La pratica artistica di Höpfner si può considerare di carattere esperienziale e si basa esclusivamente sul camminare nella natura. La sua ricerca errante si concretizza in artefatti generati da un percorso personale e solitario attraverso territori sconosciuti e remoti. Munito solo di pochi elementi necessari alla sopravvivenza, come zaino e tenda, e di altri necessari alla sua arte, come macchina fotografica e taccuino, l’artista trascorre lunghi periodi a contatto con la natura, immergendosi e lasciandosi guidare dal luogo. In questa indagine nomade, è la tenda a diventare il suo studio, sede di sperimentazione e concretizzazione della sua pratica.
La ricerca di Höpfner inizia dalle regioni del Tibet, che l’artista attraversa a piedi, e arriva più recentemente in Europa dove, partendo dal suo studio a Vienna e seguendo fiumi e antichi sentieri, l’artista raggiunge le regioni sud orientali del vecchio continente.
Come suggerisce il titolo della mostra, Unfinished walks, queste escursioni hanno punti di partenza e percorsi prestabiliti, ma che vengono poi regolarmente abbandonati con l’entrata in scena della casualità da cui l’artista ama farsi guidare, abbandonandosi ai fattori esterni che intervengono sul suo cammino.
“Agosto 2004, Tibet occidentale. Stavo camminando, da solo, su un sentiero che mi avrebbe portato dopo circa dieci giorni alla sorgente del fiume Indo. Non l’ho mai raggiunto. Il terzo giorno, alla mattina presto, ho iniziato a seguire una donna nomade coperta da un enorme cappotto di pelle foderato di pelliccia che trasportava una piccola borsa. Camminando veloce toccò alcune formazioni rocciose e lasciò scorrere le dita tra i pochi cespugli lungo la strada. A un certo punto si fermò e si chinò lentamente davanti a una roccia.
Negli ultimi due anni, durante le escursioni di una settimana o più, ho ritrovato questa sensazione di distacco dal mondo umano. Ma questi altri mondi, come la superficie sabbiosa di un altopiano che sto attraversando, una poiana che guardo sopra di me o un albero sotto cui dormo, sono tutti intorno a me: non c’è bisogno di creare un nuovo ambiente, non c’è bisogno di immaginare un nuovo universo personale. Camminare da soli può renderlo visibile. Ogni passo che compio, lungo una riva fangosa di un fiume in Albania oppure su una strada asfaltata lungo le secche spiagge occidentali della Paratetide mi conduce in una dimensione del tempo e del luogo che non è umana, ma può solo essere osservata e interpretato dagli esseri umani. Quindi, questi nuovi lavori sono la visione silenziosa di uno spettatore che cammina, piuttosto che una narrazione o documentazione di un’esperienza.
Nessuna di queste ultime passeggiate è finita, ma ognuna è da continuare.”
Michael Höpfner (Krems/Donau, Austria 1972).
La sua ricerca artistica è composta di fotografie, disegni in bianco e nero, installazioni e sculture che raccontano i suoi lunghi viaggi a piedi negli spazi più remo- ti dell’Europa dell’Est, della Cina e dell’Asia. Tra le principali mostre, ricordiamo Walk!, collettiva, Schirn Kunsthalle, Francoforte (2022); Ti Bergamo, collettiva a cura di Lorenzo Giusti, GAMEC, Bergamo (2020); Durchwanderte Kreisläufe / Cicli Attraversa- ti, State Gallery Lower Austria, Krems (2019); Dear Michael, from Edgecombe to Qumalai, Antonio Rovaldi – Michael Höpfner, a cura di Davide Ferri, Galleria Michela Rizzo, Vene- zia (2016); Canto di Strada, Hamish Fulton – Michael Höpfner, a cura di Lorenzo Gius- ti, MAN Sardegna, Nuoro (2015); Lie Down, Get Up, Walk On, a cura di Heike Eipeldauer, Tresor-Kunstforum Bank Austria, Vienna (2015).
Michael Höpfner (Austria, 1972) è cresciuto in un paesaggio collinare austriaco, vicino al luogo dove, molto tempo fa, fu posta la Venere di Willendorf lungo il Danubio. Da qui nasce la sua fascinazione per lunghe escursioni – in Europa, Asia e Africa – e soprattutto per l’altopiano tibetano visitato nel 2002. I suoi cammini a piedi sono il fulcro del suo lavoro.
Durante le lunghe peregrinazioni, Höpfner fotografa con Hasselblad analogica in bianco e nero, disegna e annota appunti: tutti materiali che lo accompagnano per settimane nello zaino. Questi diventano oggetto di installazioni, disegni su scala e narrazioni visive, in dialogo con il territorio. Come dice lui stesso, «Se non cammino, non posso vedere i mondi: camminare come modo per vedere, prestare attenzione, riflettere ed esplorare l’essere umano nella natura e nel tempo».
Höpfner è docente senior all’Accademia di Belle Arti di Vienna e sta conducendo uno storico progetto di scambio tra scuole d’arte in Ghana, Indonesia e Cina. Il suo lavoro è rappresentato dalla Galleria Michela Rizzo (Venezia) e dalla Galerie Hubert Winter (Vienna)
Fra le mostre più recenti: Plateau, Sternenpassage MQ, MuseumsQuartier Vienna (2025), Walk All the Lies Away, Galleria Posibila, Bucarest (2025), Walking Mountains, Museo Nazionale della Montagna Torino (2024), The Parliament of Marmots, 9ª Biennale Gherdeina, Val Gardena (2024), Stay with Me – The Mountain as a Space of Resonance, Museo Nazionale della Montagna, Torino (2023), Unfinished Walks, Galleria Michela Rizzo, Venezia (2022), WALK!, Schirn Kunsthalle, Francoforte (2022), Vienna Biennale for Change 2021, Museo di Arti Applicate MAK, Vienna (2021), Sensing Nature, Galerie Heike Strelow (2021); Ti Bergamo, GAMeC, Bergamo (2020), Introduction to a Distant World, Galerie Hubert Winter, Vienna (2020), Durchwanderte Kreisläufe, Landesgalerie Niederösterreich, Krems (2019), Sdraiarsi, Svegliarsi, Camminare, Galleria Michela Rizzo, Venezia (2019), Visions of Nature, Kunsthaus, Vienna (2017), Dear Michael, from Edgecombe to Qumalai, Galleria Michela Rizzo, Venezia (2016).
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