ALESSANDRO SAMBINI

Rovigo, 1982



In concomitanza all’apertura della XVII Biennale Architettura 2023, Galleria Michela Rizzo ha il piacere di presentare la personale di Alessandro Sambini L’Era dei Giganti a cura di Francesca Lazzarini. L’Era dei Giganti riflette sul rapporto tra spazio reale e virtuale e sul modo in cui queste dimensioni si intrecciano per comporre la nostra esperienza ibrida del mondo. La mostra si articola in due percorsi, uno fruibile in modalità OG (‘Original Gangster’, espressione mutuata dall’artista dallo slang americano e traducibile in italiano con “alla vecchia”), l’altro in modalità VR (realtà virtuale accessibile tramite visore). Il primo percorso ospita una serie di lavori significativi nel filone di ricerca artistica dedicato da Alessandro Sambini alle nuove tecnologie, lavori che possono essere considerati propedeutici all’opera virtuale inedita qui presentata. Tra questi People at an exhibition (2016), serie di stickers frutto di una performance robotica tesa a esplorare il rapporto tra spettatori e immagine in rete; Spelling Book (2018), indagine sulla capacità di un’intelligenza artificiale di creare immagini archetipe; MARIO (2021), un dispositivo sinestetico inventato dall’artista per stabilire una connessione tra fotografo e soggetto fotografato; Tecnocopia (2022) un’installazione in VR che indaga i concetti di ritratto, identità e riproducibilità negli spazi virtuali. Il secondo percorso di mostra, fruibile solo su prenotazione, propone l’ultima opera di Alessandro Sambini, L’Era dei Giganti, una performance per metaverso in realtà virtuale dalla quale la mostra prende il titolo e che si sviluppa fra l’ultima stanza della galleria e la stanza al piano superiore. L’Era dei Giganti, in linea con i campi di indagine di Sambini, offre un’esperienza che porta a ragionare in modo critico sulle forme estetiche e narrative imposte da TikTok ai suoi utenti. Partendo da una riflessione sulle proporzioni, fisiche, ottiche e concettuali, alle quali ci espone l’utilizzo del social, l’artista ci porta al cospetto della figura di un gigante, col quale possiamo interagire e conversare. Riformulando attraverso la fiction stralci narrativi tratti da video di TikTok l’opera invita a interrogarsi sulle effettive dimensioni di queste figure e a riconsiderare il nostro ruolo di fruitori delle piattaforme digitali. L’esposizione, mettendo in dialogo il nuovo progetto con i lavori precedenti, ripercorre e amplia la ricerca artistica di Alessandro Sambini da sempre impegnata ad esplorare la relazione tra le nuove tecnologie e le forme di percezione e conoscenza da esse attivate, per ripensarne il potenziale in chiave critica ed emancipatoria.

Alessandro Sambini

Nato a Rovigo nel 1982, vive e lavora a Milano ed è rappresentato da Galleria Michela Rizzo di Venezia, MLZ Art Dep di Trieste e Galleria Indice di Milano. Dopo aver conseguito la laurea in Design e Arti presso la Libera Università di Bolzano e un Master in Research Architecture presso il dipartimento di Visual Cultures del Goldsmiths’ College di Londra, si trasferisce a Milano. Qui inizia a lavorare con la fotografia, il video e altri supporti multimediali e a interrogarsi sulle esigenze e le modalità che regolano la produzione di nuove immagini, la loro circolazione e diffusione e i diversi ambiti di relazione tra l’immagine stessa e il suo pubblico. Dal 2018 è professore a contratto di Fotografia presso il biennio di Arti Visive and Studi Curatoriali di NABA (Milano) e professore a contratto di Visual Comunication presso il Master in Fotografia di NABA (Milano). Nel 2022 ha lavorato alla commissione pubblica 13 Fotografi per 13 Musei, lanciata dalla Direzione Regionale Musei della Lombardia con un progetto site-specific sulla Cappella Espiatoria di Monza e al progetto in realtà virtuale TECNOCOPIA. Dal 2019 lavora alla performance pubblica 1624 e dal 2021 al progetto MARIO, presentato ad ARTISSIMA 2021 a Torino.
Nel 2020, in occasione della XVI Giornata del Contemporaneo, è stato invitato dal MART, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, a sviluppare un progetto site specific dal titolo The Gallery Revolve 2; ha inoltre partecipato a Metafotografia (2), Le Mutazioni Delle Immagini, BACO, Bergamo, a cura di Sara Benaglia e Mauro Zanchi. Nel 2018 ha partecipato a Talking (about) Images, Galleria Škuc, Lublijana, a cura di Francesca Lazzarini. Nel 2017 ha preso parte alla mostra collettiva Fuocoapaesaggio a cura di Dolomiti Contemporanee ed è stato selezionato per partecipare a Plat(t)form 2017 presso il Fotomuseum di Winterthur; nel 2016 il Fondo Privato Acquisizioni per l’arte contemporanea di ArtVerona ha selezionato l’opera People at an exhibition per l’acquisizione e il deposito presso il MA*GA, Gallarate. La stessa opera è stata presentata in occasione dell’omonima mostra personale curata da Denis Isaia nel luglio 2016 presso la Galleria Michela Rizzo. Nello stesso anno ha partecipato alla collettiva Stories From the Edge, curata da Francesca Lazzarini, presso la Kunsthaus di Graz (Austria) e alla mostra On New Italian Photography, curata da Fantom presso la Galleria Viasaterna (Milano 2016). Nel 2012 è invitato ad Art Around, commissione pubblica da parte del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. I progetti dell’artista sono stati presentati anche in occasione di: Foto/Industria, II Biennale
di Fotografia Industriale, a cura di François Hébel, presso il MAST (Bologna, 2015); Flags, presso Serra dei Giardini, a cura di Elena Forin (Venezia, 2014); Lo Spettatore Emancipato, a cura di Angela Madesani, presso la Galleria Giovanni Bonelli (Milano, 2014). Ha collaborato con diverse istituzioni, tra cui MUSEION, FORMA, MUFOCO, MAST, MA*GA e Triennale di Milano. Nel 2022 ha vinto il premio New Post Photography al MIA Photo Fair, nel 2021 il Premio Fabbri, nella sezione Fotografia Contemporanea, nel 2009 il XXIII Premio Gallarate Per Le Arti Visive, Terzo Paesaggio. Fotografia Italiana Oggi e nello stesso anno è stato finalista del premio GD4PhotoArt, promosso dal MAST.

Alessandro Sambini (Rovigo, 1982).

Nato a Rovigo nel 1982, vive e lavora a Milano. Dopo aver conseguito una laurea in Design e arti presso la Libera Università di Bolzano e un MA in Research Architecture all’interno del dipartimento di Visual Cultures presso il Goldsmiths’ College a Londra, si trasferisce a Milano. Qui inizia a lavorare con la fotografia, il video e altri supporti multimediali e a interrogarsi sulle necessità e sulle modalità che regolano la produzione di nuove immagini, la loro circolazione e diffusione e sui diversi ambiti di relazione tra l’immagine stessa e il suo pubblico. Dal 2019 lavora alla performance pubblica 1624, curata da Elena Forin e al progetto MARIO. Nel 2017 ha partecipato alla collettiva Fuocoapaesaggio curata da Dolomiti Contemporanee ed è stato selezionato per partecipare a Plat(t)form 2017 al Fotomuseum di Winterthur; nel 2016 il Fondo Privato Acquisizioni per l’arte contemporanea di ArtVerona ha selezionato l’opera People at an exhibition per l'acquisizione e il deposito presso MA*GA, Gallarate. La stessa opera è stata presentata in occasione dell’omonima mostra personale curata da Denis Isaia a Luglio 2016 presso Galleria Michela Rizzo. Nello stesso anno partecipa alla mostra collettiva Stories From the Edge, a cura di Francesca Lazzarini, presso la Kunsthaus di Graz (Austria) e alla mostra On New Italian Photography, curata da Fantom nella galleria Viasaterna (Milano 2016). I progetti dell’artista sono stati inoltre presentati in occasione di: Foto/Industria, 2a Biennale di Fotografia Industriale a cura di François Hébel, presso il MAST (Bologna, 2015); Flags, presso la Serra dei Giardini, a cura di Elena Forin (Venezia, 2014); Lo Spettatore Emancipato, a cura di Angela Madesani, presso la Galleria Giovanni Bonelli (Milano, 2014). Ha collaborato con diverse istituzioni, tra cui MUSEION, FORMA, MUFOCO, MAST, MA*GA e Triennale di Milano; nel 2009 ha vinto il XXIII Premio Gallarate Per Le Arti Visive, Terzo Paesaggio. Fotografia Italiana Oggi ed è stato finalista nel premio GD4PhotoArt, promosso da fondazione MAST. È co-fondatore del collettivo POIUYT e le sue opere sono nelle collezioni del MAGA, MUFOCO e Fondazione MAST.